Una città la cui storia ha bisogno di molte voci per essere raccontata, molti volti per essere rappresentata. Una città che esce da qui, come fuori dalle pagine di un libro...

venerdì 19 settembre 2014

Le storie dietro ai volti invisibili

Via Ariento - Il Mercato di San Lorenzo

Quante storie dietro a volti invisibili.


Perché qui a Firenze le migliaia di persone che passano velocemente per consumare un giorno d'arte e scoperta o che corrono affannati dietro ai tempi del lavoro non hanno neppure il tempo di notare quante storie scorrono loro accanto mentre camminano sopra Ponte Vecchio, in Piazza della Signoria o in altri luoghi tra i più frequentati della città.

Io che invece sto qui da tanto, spesso mi trovo a sbollire i fatti miei caracollando per le vie più vissute: quelle dove i rumori delle voci, del lavoro, della città più vissuta, mi aiutano a non pensare a quel che penso.

Per dimenticare gli affanni quotidiani... osservo. Cerco di carpire da ciò che vedo cosa si nasconde dietro alla fitta trama della città. Credo che sia una sorta di compulsione questa necessità di capire davvero questo luogo così solare e al contempo chiuso

Non sono fiorentino. Mi trovo qui per una scelta del destino che fingo essere mia e, come mi capita in ogni luogo che visito, provo il bisogno profondo di entrare in contatto con la realtà più vera delle cose, come se temessi che qualche bellezza non raccontata mi venisse nascosta.

I volti dicono molto, se li state ad ascoltare. E così i movimenti, il tono delle voci inciso quel dialetto saltellante e scorrevole, costruito per non essere interrotto e suonare come una litania lontana.

Vado spesso al Mercato di San Lorenzo, guardandomi attorno tra la moltitudine di cose alla ricerca di una necessità di acquisto che giustificherebbe il mio errare balordo ma finisco sempre per mettermi un po' in disparte e ascoltare, guardare, immaginare. 

Ogni tanto chiedo a qualcuno, provo a farmi spiegare, risultando sicuramente un po' così, strullo, come direbbero loro.

E' così che spesso si inciampa in qualche storia bellissima.
Niente che assomigli a qualcosa che possa finire sui rotocalchi. Io parlo di storie che riempiono per la loro ricchezza e lontananza, che credo però che meritino di essere raccontate come e quanto si racconta delle architetture incredibili di questa città, dei suoi monumenti riconosciuti universalmente. Io amo cercare la luce nei posti dove si nasconde prima dell'imbrunire, quel sommerso che rappresenta comunque la scenografia senza la quale tutto il resto sarebbe troppo perfetto per essere apprezzato.

Le storie che ho incrociato, o che ho appena origliato come fuori da una porta chiusa, sono amare perché partono spesso da condizioni di non eguaglianza ma che poi si dipanano in una dolcezza risolutiva, che sfiderei a chiamare eroismo se il termine non fosse abusato per imprese sportive o poco più.

Ecco Firenze Amara e Dolce. Eccola qui, tra i barrociai di San Lorenzo: provate ad ascoltarne la voce leggendola nei volti e nei gesti quotidiani. Provate a vivere le attività che partono alle prime luci dell'alba e si spengono come stanchi lumini quando il sole si è già rivolto verso altri lontani territori.

Di queste storie parleremo insieme, se vorrete, io proverò a raccontare quelle che ho gelosamente raccolto ma che adesso ho desiderio di condividere con voi.

by AmaroeDolce

Nessun commento:

Posta un commento